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La parrocchia di Cellio, originariamente unita a quelle di Ghemme, Borgosesia, Valduggia, Ara, Grignasco e Prato, divenne autonoma nela seconda metà del Cinquecento.
La chiesa, già dedicata a S. Lorenzo, venne consacrata nel 1590, come riportato negli atti della visita pastorale del vescovo Cesare Speciano, anche se la porta d’ingresso tutta arabescata, reca la data del 1585.

La bussola, eseguita nell’anno 1863 su disegno del Francione Lorenzo di Viganallo, venne finemente scolpita dal Longhetti di Varallo.
La chiesa fu riformata ed ingrandita nel 1666 su un disegno ridotto dell'architetto Pellegrino Tibaldi.
Pregevole è l’altare in marmo policromo fatto nel 1785 su disegno di Peracino Lorenzo, così pure gli affreschi sul volto della sagrestia, operati dallo stesso Peracino in unione con figlio e nipote, e gli affreschi del Coro raffiguranti l’invenzione e l’Esaltazione della Santa Croce, eseguiti dal Rocca; suoi anche i quattro medaglioni affrescati nelle volte a botte della navata della chiesa, raffiguranti momenti di vita di S. Lorenzo; elegantissime le decorazioni in stucco che caratterizzano tutta la navata e la zona presbiteriale.
Nella seconda cappella a sinistra s’ammirano un Crocifisso in plastica, pieno d’espressione e di dolore, ed i pregevoli affreschi operati sulle parte e sul volto da Lorenzo Peracino nel 1754.
Nella terza cappella a sinistra, dedicata a S. Carlo, serve d’ancona una stupenda tela dipinta nel 1628 da Tanzio da Varallo che rappresenta S. Carlo porta in processione il Sacro Chiodo. Ornano pure questa cappella un S. Carlo che comunica gli appestati, e tre vetri istoriati a fuoco nel 1623.
Nell’ultima cappella a destra si venerano, dentro ad una ricca urna, le Reliquie di S. Cirillo, estratte dal cimitero di S. Ciriaca nel 1676 e donate a questo paese dal conte Giuseppe Gere e dal celliese P. Michelangelo cappuccino. Una buona tela raffigurante la Decollazione di S. Cirillo sovrasta l’urna, mentre pregevoli affreschi adornano il volto della cappella. Il timpano superiore ingloba la vetrata, l’ancona è attribuita a Giovanni Giacomo Fantino, nativo della Colma di Valduggia. Cirillo sarebbe stato un soldato imperiale che, mosso da pietà e carità cristiana, avrebbe ripetutamente soccorso S. Anastasia durante le torture inflitte, offrendole acqua; scoperto e palesata la sua fede cristiana, fu a propria volta giustiziato.
Poco scosto dalla chiesa torreggia il gigantesco campanile, il più alto della Valsesia, anzi del Novarese dopo quello di S. Gaudenzio a Novara.

Poderose le sue misure: 10 metri di lato alla base, 3 di spessore nelle sue mura, 56 di altezza complessiva; le fondamenta furono posate a 25 e più metri di profondità: 186 gradini conducono fino al piano delle campane e 220 fino al cornicione.
Il campanone, fuso sul luogo nel 1748 e, mal riuscito, venne rifuso nel 1786; pesava 338 rubbi (poco meno di 3 tonnellate. Considerato che in Valsesia il rubbo equivale a K. 8,434), aveva un diametro di m. 1,64 e costò oltre 12.000 lire. Fu nuovamente rifuso nel 1920 per formare l’attuale concerto in tono di sì grave. E’ degno di nota anche per il «ciuchin», una piccola campana che porta in caratteri fotici la data 1447.



Descrizione

Cellio


ResponsabileResponsabileSac. Lorenzo Rosa

IndirizzoIndirizzoV. Vittorio Emanuele 3

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Telefono: 0163 49132


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